In seguito a oltre due anni pieni di fatica e difficoltà, a causa della pandemia, la situazione socio-economica purtroppo ha riportato ulteriori problematiche con impatto nella nostra quotidianità, come la guerra che coinvolge Ucraina e Russia e la conseguente crisi economica su scala mondiale.
In un contesto simile, è comprensibile come alcune persone possano sentirsi sopraffatte, non in controllo, dubbiose in merito al proprio futuro e a quello dei propri cari.
Le emozioni emergenti possono essere di vario tipo e ogni persona ha il proprio modo di rispondere a queste emozioni che possono essere particolarmente intense, moderate o, al contrario, vuote.
La prima cosa da dire è che sentire emozioni d’ansia, di vuoto, comportamenti di ritiro, alcuni momenti di tristezza intensa è perfettamente normale e umano.
I contesti e le situazioni che caratterizzano questo periodo hanno un impatto sul nostro vivere e sul nostre sentire, quindi è normale che possa sorgere preoccupazione e un senso di smarrimento. Quindi per cominciare, non sei solo, stiamo tutti sentendo e vivendo questa situazione. Per fortuna però, la Psicologia può aiutarci e venirci in soccorso in questi casi.
Un approccio utile per risolvere questi problemi è ricorrere all’ACT. L'Acceptance and Commitment Therapy (ACT, è l’acronimo) è una forma di terapia di terza generazione all'interno della cornice comportamentista e contestualista funzionale.
L’ACT è una psicoterapia basata su evidenze sperimentali, che usa strategie di accettazione e mindfulness insieme a strategie di impegno nell’azione e modificazione del comportamento. Obiettivo dell’ACT è incrementare la flessibilità psicologica del paziente. E’ definita una psicoterapia transdiagnostica nel senso che può essere applicata a disturbi psicologici anche molto diversi tra loro.
Come riconoscere le emozioni: consapevolezza e cura
Il primissimo passo per poter riconoscere un’emozione, è saperla riconoscere come una parte di Sé, dandole un nome.
Il modo più efficace per essere consapevoli di ciò che stiamo vivendo è entrare strettamente a contatto con il momento presente tramite i nostri sensi, aprendoci con curiosità e
interesse a quello che il nostro corpo e la nostra mente ci stanno comunicando.
Una volta riconosciuta l’emozione, qualsiasi intensità porta, diamole un nome e cerchiamo di capire in quale parte del nostro corpo la sentiamo.
- Che cosa ci racconta quest’emozione?
- A quali pensieri è accompagnata?
- Quali sensazioni del corpo riconosci?
- Che cosa puoi fare per prenderti cura di queste emozioni con consapevolezza?
- Queste emozioni sono collegate a qualcosa che per te è importante?

Un giorno, qualcuno mi chiese: “Se tu potessi descrivermi precisamente per che cosa vivi, quale immagine ti verrebbe in mente?”
Una prima risposta che emerse con naturalezza e spontaneità, accompagnata da immagine mentale, fu quella legata al sentire, tramite i propri piedi, la sabbia mentre si cammina. Da quel giorno, mi viene da ricorrere frequentemente a questa immagine, tra l’altro credo sia una sensazione quasi arcaica, universale, che tante persone condividono con me.
La sabbia fresca o calda sotto i piedi, la sensazione di sprofondare col piede per poi trovare la spinta per ricominciare a muoversi, magari riportandoti con la mente al modo in cui immergevi i piedi da bambino o bambina, o ancora quando con le mani, si passavano ore sotto il sole a modellare la sabbia trasformandola in un castello.
Questa breve risposta, potrebbe riprendere il concetto di Mindfulness, ovvero di presenza mentale consapevole. La mindfulness, letteralmente traducibile come “pienezza mentale” può essere descritta come la capacità di poter prestare attenzione a ciò che accade nel tuo corpo, nella tua mente, nell’ambiente circostante, in modo volontario, direzionato e non giudicante.
Ciò per cui viviamo, e qui vado più in profondità rispetto alla semplice sabbia, è invece un valore ossia qualcosa che porta profondo significato e contributo alla nostra vita. I valori infatti sono quelle qualità che ognuno sceglie in modo completamente deliberato per poter arricchire le proprie azioni quotidiane, nei confronti della cura di sé, nella cura del prossimo e di ciò che sentiamo possa renderci la persona che vogliamo essere.
I valori infatti hanno una funzione di guida, portano un senso di direzione sulle nostre scelte quotidiane e ci permettono di poter essere connessi con chi o cosa è per noi fondamentale e meritevole delle nostre energie e attenzione.
A differenza degli obiettivi, i quali possono essere raggiunti e conclusi, i valori non si esauriscono mai e formano un costante serbatoio energetico e motivazionale da cui è possibile attingere in ogni giorno e momento.
Non voglio sentire troppe emozioni!
L’obiettivo dell’ACT è aiutare il paziente ad essere maggiormente consapevole dei propri pensieri, emozioni e comportamenti automatici. Inoltre enfatizza il ruolo dei valori personali nel percorso di cura, favorendo azioni impegnate e comportamenti in linea con ciò che davvero conta per il paziente anche in presenza di emozioni e pensieri difficoltosi o spiacevoli.
L’Accettazione è uno dei passaggi fondamentali di quest’approccio.
Accettare, infatti, significa aprirsi e fare spazio a sentimenti, emozioni e sensazioni anche dolorose. Significa smettere di combattere le emozioni negative, smettere di non voler sentire e lasciare che semplicemente si manifestino per quello che sono. Nel nostro tentativo di evitare di sentire dolore e sofferenza entriamo dentro ad una trappola che alimenta, invece che diminuire, il dolore iniziale.
Riprendendo contatto con il dolore originario, invece, la nostra mente può trovare strade alternative e più funzionali di gestione di quel dolore.
Come relazionarsi con le emozioni
Un altro elemento cruciale che viene ad essere affrontato all’interno dell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) è quello del sé contestuale detto anche il “sé che osserva”. Questo processo riguarda quella parte di noi che osserva la nostra mente mentre questa è in azione.
Mentre tutti abbiamo consapevolezza del sé che sta pensando (quello con cui ragioniamo, progettiamo, immaginiamo e ricordiamo), abbiamo molta meno consapevolezza di un’altra parte della nostra mente che è in grado di osservarci mentre ragioniamo, progettiamo, immaginiamo etc. E’ il sé come contesto, quella parte della nostra mente che osserva il suo stesso funzionamento.
Allenare questa prospettiva e abilità, da un lato ci permette di contribuire a rinforzare la nostra flessibilità psicologica e dall’altra ci consente di poter accedere ad una modalità “spettatore” per poter scegliere come meglio relazionarci rispetto ai nostri pensieri e in quale modo dirigere le nostre scelte e i nostri comportamenti quotidiani.
Se anche tu stai combattendo con emozioni intense, posso solo immaginare la fatica che stai facendo. Tutto quello che posso dirti è che puoi scegliere di prenderti cura di te, cominciare a creare una nuova vita ricca di valori e ciò che per te è importante, in questo momento.
Qual è la più piccola cosa che potrai fare per portare significato e contributo nella tua vita e nella vita di chi ami? Se vorrai scoprire come trovare i tuoi valori e come trasformare il tuo modo di vivere, sarà un onore e un piacere, per me, accompagnarti in questo cammino.